Elena seconda

Fabrizio Semeria, Marco Pignone, Giuliano Monza e Roberto Trucco partecipano al Triathlon Olimpico di Manosque, vinto dal Francese François Chabaud, che vede al traguardo oltre 300 atleti.

Il migliore dei 4, 81° assoluto con il tempo di 2h 26′ 29″, è risultato Fabrizio seguito da Marco Pignone 173° in 2h38’42”, da Giuliano Monza e da Roberto Trucco.

Parallelamente Elena Cecchetto conquista l’ ennesimo podio stagionale arrivando seconda nel circuito di Piani di Imperia preceduta da Monica Menzio. Giancarlo Savini risulta 18° assoluto al traguardo.

Endrio Derin partecipa alla GF di Mountain Bike con Partenza da Turini ed arrivo a Sospel di seguito il suo resoconto:

Turini, Peira, Cava Le Molinet, Col de l’ Orme, Col de l’ Able, Sospel: rally di montecarlo? no! Raid VTT Turini-Sospel organizzato dal sospel vtt, gente che di MTB se ne intende! Il sito è in comune con il gruppo di Peille www.peillevtt.com.

Raid XC di 35 KM 1000 mt dislivello positivo 2000 negativo. Prima di partire ci dicono che alcuni ritocchi al percorso hanno portato a 37KM 1300 dislivello positivo 2300 negativo.
Sognavo questa gara dall’ anno scorso che era turini-mentone. Quest’ anno hanno fatto l’ arrivo a sospel, dicono “qualche km meno ma molto più tecnico”.
Avevo già rinunciato a farla causa altri impegni, ma alcuni contrattempi hanno fatto saltare i piani e sabato sera ho capito di avere la domenica libera. Veloce telefonata a sospel e via con la preparazione.

L’ organizzazione è spartana ma molto efficente e appassionata. Niente chip, un solo punto di ristoro, iscrizioni al col du Turini al mattino (in base all’età mi mettono in M2). Circa 130 iscritti. E’ la terza gara di un trittico di gare con fondo tipo XC, ma in linea e di lungo chilometraggio che si disputano nella bassa Francia. Ci sono parecchi partecipanti di Digne.
Emanuela mi fa notare che le front bisogna cercarle con il lanternino, ci sono moltissime bike da downhill 200+200, anche in mano a gente con numeri bassi che certo non va a fare la scampagnata. E se hanno scelto quelle bici per vincere, il percorso come sarà? Per un attimo penso di non partire neanche, ma è giusto un attimo.

Pronti-via alle 9.00
Partenza sul colle, pista (salita) nel bosco verso peira cava, molto presto un lungo pezzo da salire a spinta in mezzo a pietre che spuntano dappertutto e fermano la bici chiarisce che la giornata sarà molto dura.
Finalmente si scollina, pratone in falsopiano con erba alta e una bandierina in fondo a segnare la direzione giusta, ci si lancia, ma subito vedo sparire quello che mi precede in un avvallamento nascosto nel prato. Riesco ad evitarlo, allungo sul prato, recupero posizioni e esco a fionda verso il sentiero in discesa che ritorna verso il turini. Alberi, sentiero stretto tre pietroni a mezzo (forse mossi da chi mi precede) sono troppo veloce. Impossibile frenare in tempo (il freno dietro non è più aggressivo come da nuovo, e poi dietro ho montato un copertone fast track 2.0 scorrevole, ma che non “morde” nelle situazioni difficili. Niente a che vedere con il vecchio Revolution). Punto la pietra più distante, la salto ma decollo anch’ io atterrando fortunatamente nell’ erba, rotolo in terra, senza danni e riparto senza perdere posizioni.
Ripasso sul colle a metà classifica, si risale nel bosco e si riscende verso peira cava (alcuni ripidoni con pietroni grossi) poi prato da dove inizia la discesa verso Le Moulinet. Mulattiera veloce nel sottobosco. Davanti a me due francesi molto veloci. Mi piazzo a 20 mt e li uso cone apripista. Prendiamo un gran bel ritmo e si recuperano molte posizioni. Calcolo che dovrei essere entrato nel primo terzo di classifica. Ad un certo punto sento uno scranc, catena attorcigliata e contorta con due maglie schifosamente piegate. Proseguo scendendo a ruota libera verso Le Moulinet, dove penso di ritirarmi. Poi mi viene in mente che in macchina c’è la bici di Emanuela e che posso provare a togliergli la catena. Per fortuna ho il cellulare e inizio a chiamarla per dirgli di scendere subito a Le Moulinet. Naturalmente non c’è campo. Quando vedo Le Moulinet ricomincio a chiamare Emanuela (Poi lei mi ha detto che sentiva il rumore delle pietre, in effetti telefonavo guidando con una mano…). Mi risponde e arriva. Appena entro in paese per fortuna c’è un meccanico dell’assistenza della squadra di Digne che in un attimo toglie la catena alla bici di Emanuela e la monta sulla mia. Avrò perso 5 minuti in discesa (che nel frattempo, verso Le Moulinet, era diventata una pietraia esposta massacrante) e 5 minuti per la sostituzione catena. Riparto a mille sulla salita verso il col de l’ Able. Recupero posizioni, ma non troppe. Questi salgono con le bici da downhill come se fossero delle front!.
Salita lunga, su pista, prendo un bel ritmo, ma poi si entra in un single track lunghissimo che mi massacra. Tutto esposto, largo mezzo metro, nelle rocce, fa caldo, guardare a valle ti consiglia non di sbagliare. I punti più pericolosi sono segnalati da dei cartelli “danger”. Ritmo sempre spezzato da pietroni a mezzo da scavalcare con prudenza (non puoi certo cadere verso valle). Faccio un dritto proprio mentre vedo un “danger”. Butto subito la bici a terra per essere sicuro di fermarmi. Si passa parecchie centinaia di metri sopra alla chiesa del Menour, quella nella salita da sospel al turini. Sempre di mezzacosta. Infinito. Vista bellissima, basta non guardare giù. Poi discesa molto tecnica, una scogliera piena di pietre mosse e gradoni. Lunga, molto lunga. Ponte e risalita nel bosco. Tutta spingendo (direi anche per i primi, troppo ripida troppe pietre) per almeno trecento metri di dislivello. Poi si pedala sempre a salire. Si sbuca fuori all’ inizio di col de l’Able (nel prato del pastore), rifornimento, un km in salita nell’ asfalto e al secondo tornante (sx) strada forestale a dx che aggira da sud col de l’ Able e col de l’ Orme. Vista bellissima verso sud, ma comincio ad essere cotto. Finalmente si scollina e si scenda nel bosco , ripido, pietroso, alberi vicini, lento, si macina metro su metro, sali e scendi continuamente per tanti strappetti in salita inframmezzati alla discesa. Non finisce mai. Si scende decisi su pietraia, gradoni. Penso che una front si disintegrarebbe. Ad un certo punto devo fermarmi. Ho il fiatone, devo bere e mi accorgo di essere poco lucido.10 secondi e si riparte per la discesa infinita. Finalmente si arriva nelle gole vicino a sospel, si passa nel fiume e si rientra in strada asfaltata a due km dal paese. Vicino al paese deviazione, ultimo sterrato e arrivo al campo sportivo.

Sono massacrato e mi sembra strano che la bici sia intera.
Il primo ha vinto in 2h07′. Il secondo 2h14′. Il terzo 2h17′. Io chiudo 69° in 3h35′. Niente male. Togliendo i 10′ (minimo) persi per la catena sarei arrivato circa 60° su 130. Niente male per avere deciso di correre il giorno prima ed essere partito senza conoscere il percorso (e che percorso!!!). E correre contro tanta gente del sospel vtt che quei sentieri li fa tutti i giorni.

Note: In giro nel bosco ho visto i segni di gente che scendeva (ripidisssssimo) sempre per dritto sulla linea di massima pendenza con slalom per evitare gli alberi. Conosceranno anche bene i posti, ma tanto di cappello.
C’ era una ragazza con una kona full che continuavo a raggiungere nelle salite e mi mollava nelle discese guidate più pietrose!
Un ragazzo con una Yeti da downhill 20 kg che riusciva a tenere il mio ritmo in salita, ma che poi non riusciva a staccarmi in discesa. E si incazzava.
Nell’ ultimo km aveva i crampi ma per tenermi dietro pedalava con un piede solo e andavamo uguali!!!

Comunque una gara durissima ma bellissima e posti bellissimi, altro che le autostrade nel sottobosco dei “longobardi”.

dmoraglia

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