Davide Giardini 4° nell’Ironman 70.3 Texas

Davide Giardini 4° nell’Ironman 70.3 Texas

Domenica si è svolto l’Ironman 70.3 Texas dove Davide Giardini si è messo in mostra conquistando un 4° posto assoluto facendo registrare prestazioni importanti nelle frazioni di nuoto e ciclismo. Importanti perché nel nuoto ha tenuto testa a un certo Andy Potts, uscendo dall’acqua insieme a lui, e nella bici ha chiuso la frazione sotto le 2 ore (1h59’14”).

Davide è italianissimo, ha origini liguri da parte della famiglia materna, ma ha deciso di intraprendere la carriera scolastica prima e quella lavorativa poi, negli Stati Uniti.

Presto lo vedremo all’opera in Italia.

Intanto, di seguito, un’intervista per conoscerlo meglio.

Ciao Davide,

domenica scorsa hai preso parte a una gara del Circuito Ironman 70.3 (4° Ironman 70.3 Texas) e la tua prestazione ha suscitato scalpore soprattutto per la tua condotta di gara nelle prime due frazioni, durante le quali hai tenuto testa a un certo Andy Potts. Hai voglia di raccontarci come è andata?

Ciao Daniele, grazie per l’intervista! Ho feelings misti per la mia gara in Texas. Da una parte sono contento per il mio combo nuoto/bici, dall’altra sono rammaricato per aver ceduto 8 minuti di vantaggio nella corsa! Sono ancora inesperto su questa distanza e il mio bonk nella corsa è dovuto a problemi di nutrizione piuttosto che all’essere “lento” a piedi. 

A ogni modo, ecco com’è andata la mia gara. Il nuoto era senza muta e con partenza in acqua, entrambi sono fattori a mio favore. Da subito io e Potts abbiamo fatto un testa a testa, dopo un po’ ho deciso di stargli sui piedi per conservare energie. Ero molto tranquillo durante tutta la frazione e, negli ultimi metri del nuoto, sono uscito dalla scia e sono andato a tutta per lo “swim prime”. Abbiamo tagliato il traguardo con lo stesso tempo ma nella lunga corsa in T1 ero decisamente più fresco e ho staccato tutti. Mi ha anche aiutato il fatto di non avere la skinsuit da togliere, avendo solo il mio velocissimo body Santini Sleek 2.0.

Giardini-Potts1Sono uscito dal T1 a tutta cercando di mantenere i watt prestabiliti. Mi aspettavo di essere raggiunto dal primo gruppo, cosa che non è mai successa! Dopo 24′ è morto il power meter e sono andato a sensazione. Erano 45km piatti e dritti in una direzione, turnaround, e 45km dall’altra parte, quindi è stato molto facile manterene una potenza stabile. Al turnaround ai 45km sono stato MOLTO impressionato dal vedere il gruppo di inseguitori parecchi minuti indietro. Sono ritornato in T2 mantenendo essattamente la stesso sforzo. E’ stato un percorso MOLTO veloce, senza alcuna ondulazione, pochissimo vento (solo molto umido), e sapevo sarei andato sotto le 2 ore. Non ci fosse stata una sezione del percorso sterrata MOLTO pericolosa, stretta, con age group nella direzione opposta alla mia sicuramente il mio tempo sarebbe stato ancora più veloce. Arrivato in T2 mi è giunta voce di essere 7-8′ in vantaggio sul gruppo degli inseguitori e gli spettatori erano estasiati, c’erano ovunque urli di incitamento in italiano/spagnolo sbiascicato.

La corsa erano 3 giri di 7km ciascuno. Nel primo ho mantenuto 3:45/km di media, che è un passo decisamente mantenibile per le mie capacità di ora, ma negli ultimi 2 giri sono morto e mantenere 4min/km è stato uno sforzo suvraumano! Sono stato 1° per 13km della corsa e poi è arrivata “la cavalleria”. Sono riuscito a mantenere il 4°  posto “coi denti”, ma ora sono più che mai convinto che possa vincere una di queste gare. Devo solo migliorare la mia nutrizione in bici per poi non collassare nella mezza maratona. 

Dopo le scuole superiori, frequentate in Italia, hai deciso di intraprendere la carriera universitaria‎ negli Stati Uniti. Quale strada hai intrapreso?

Sono nato e cresciuto sul Lago di Garda e la mia famiglia è italianissima. I miei genitori (Fernanda e Pietro) sono ultra sportivi e hanno sempre spronato (o meglio, forzato!) me e i miei fratelli (Piero e Ida) a fare sport agonistico. Mio fratello Pietro (di un anno più vecchio di me) e io abbiamo fatto nuoto agonistico fin da giovanissimi (6 anni) all’Avantgarda di Desenzano, ed eravamo entrambi forti a livello regionale, ma nulla di più. Lo sci è sempre stata la passione più grande della famiglia, e io e mio fratello abbiamo anche sempre fatto gare di sci in concomitanza con le gare di nuoto. Mio fratello Piero è stato pluri Campione Italiano in SuperG e mia  sorella Ida (il vero fenomeno della famiglia) è stata in Nazionale Italiana di Sci Alpino fino all’anno scorso e pluri Campionessa Italiana in Discesa Libera quando ha poi deciso di abbandonare per iniziare gli studi universitari. Io son sempre stato lo “spirito libero” della famiglia e mi sono imbarcato nel circuito internazionale della FIS Carving Cup dove ho raggiunto un paio di risultati soddisfacente. La mia vera passione, crescendo, è stata il windsurf (in cui il mio unico risultato di rilevo è stato avanzare al main event della World Cup di Freestyle Windsurfing a Fuerteventura) e poi il kitesurf. 

download (1)Ho fatto un anno di Liceo in America nel New England (durante il quale ho vinto il titolo di sci alpino del New England), e poi sono ritornato in America a Rhode Island per l’università, dove ho studiato scienze ambientali e nuotato qualche anno per la squadra di nuoto di Divisione 3. Dopo la laurea ho trovato lavoro a Honolulu alle Hawaii, dove speravo di raggiungere “il mio sogno” nel windsurf, kitesurf, o SUP. Fatto sta che ho iniziato a fare triathlon “per caso”, nuotando in mare prima del lavoro, andando in bici 15km in ufficio e 15km indietro, e poi correndo intorno a Diamond Head sull’isola di Oahu. Sul tragitto in bici per l’ufficio c’era questo negozietto di triathlon (Boca Hawaii), dove un giorno sono entrato incuriosito e i simpaticissimi fratelli brasiliani Raul e Duda proprietari del negozio mi hanno convinto a iscrivermi a una loro gara quel weekend. Dopo una stagione di triathlon a Oahu, nel 2012 mi sono trasferito a Boulder in Colorado per fare un Master in Business, per gareggiare con il team collegiale di triathlon (campioni nazionali per 13 anni).

Durante la mia prima stagione 2013 a Boulder, che considero il mio primo vero anno di triathlon, ho raggiunto podi e vittorie a livello nazionale amatoriale che mi hanno permesso di qualificarmi per la licenza da professionista con la federazione americana di triathlon. Il 2014 è stato il mio primo anno pro, durante il quale ho anche studiato full-time ed è stato difficle. 

Hai studiato a Boulder, luogo rinomato per essere la patria del triathlon. Da chi è formato il tuo staff tecnico?

Io, me stesso, me medesimo, e me stesso! Scherzi a parte, non ho un coach vero e proprio, ho tanti compagni di allenamento qui nella mecca del triathlon americana, dove tanti pro abitano. Gli allenamenti di nuoto sono con Dave Scott, Simon Lessing (che è ancora una macchina da guerra tra l’altro), e Wolfgang Dietrich, tutte leggende del triathlon. Per la corsa, quest’anno mi alleno con il Boulder Track Club, seguito da Lee Troop (leggenda australiana nella maratona). Per la bici, non ho nessuno che mi segue. In tutti gli sport, mi alleno spesso con Rodolphe von Berg.

Quali sono stati i tuoi migliori risultati a oggi?

Nella mia prima vera stagione di triathlon come amatore nel 2013: 3° all’ HyVee US Championship; 4° all’ USAT National Championship, 1° al Boulder Peak. 

Nella mia prima stagione pro nel 2014: 1° al SuperFrog Half (ora Ironman 70.3 Superfrog), 3° al Challenge Half Rancho Cordova, 2° al UWC Bahamas Invitational. Ho sempre avuto buone prestazioni a nuoto e in bici, ma la mia corsa ha sempre un po’ lasciato a desiderare.

Sei tesserato negli USA per la Off The Front. Oltre a esserne un atleta ricopri altri ruoli?

Negli USA non bisogna essere parte di una società per poter gareggiare, ma ho scelto di rappresentare Off The Front Multisport, una squadra professionista giovanile fondata a 19 anni d’età da Stephen Wright, con l’obiettivo di fornire supporto finanziario e sponsor a giovani studenti che hanno il sogno di gareggiare coi migliori al mondo. Le ragazze nel team stanno “sfasciando” il circuito ITU, con Katie Zaferes ora prima al mondo nel ranking WTS!

Per la squadra Off The Front ricopro anche il ruolo di Direttore del Marketing e cerco di raccimolare qualche sponsor per la squadra. 

In Italia, invece, sei tesserato per la Riviera Triathlon 1992 di Sanremo, città dalla quale deriva una parte della tua famiglia.

Mia mamma Fernanda è nata e cresciuta a Sanremo dove i miei nonni Anna e Mario erano i proprietari di una farmacia.

Hai da poco intrapreso la carriera lavorativa. Vuoi parlarcene?

Abito a Boulder in Colorado e lavoro per Nutrex Hawaii, una compagnia di Kona che è leader al mondo nella produzione di Astaxantina e Spirulina. Io ricopro il ruolo di Sales Manager del territorio in Colorado. 

I tuoi prossimi impegni agonistici? Ti vedremo gareggiare in Italia?

Questo weekend gareggio il prestigioso half Wildflower in California. E’ uno dei mezzi più tosti al mondo e il percorso bici e corsa si addicono alle mie capacità.  

Ho l’intenzione di tornare in Italia per un po’ e gareggiare. Per ora sto aspettando il rinnovo del visto americano, ma spero di riuscire a venire al Challenge Rimini. Se non riesco in tempo, forse Pescara 70.3 o Challenge Half Forte Village. 

Nell’ultimo periodo hai stretto rapporti di sponsorizzazione con alcune aziende che ti supportano. Quali sono?

Grazie all’aiuto di Daniele Moraglia, la mia squadra Off The Front ha una sponsorizzazione di abbigliamento tecnico da parte di Santini Maglificio Sportivo. Sono fiero di essere italiano, e poter rappresentare una compagnia italiana all’estero è molto bello. 

A livello personale, la squadra Off The Front è l’unico sponsor “finanziario” che ho. Ho alcune compagnie americane che mi supportano con prodotti e qualche bonus performance, dopo averli attanagliati di emails: Clif Bar, Blueseventy, Easton Cycling Components, Rudy Project USA.

A chi vuoi dedicare il tuo ultimo successo sportivo?

Senza ombra di dubbio, ai miei genitori e alla mia famiglia. Devo tutto a mio papà, che mi ha sempre spronato a pensare di testa mia, essere forte, lavorare sodo, seguire il mio cuore, e mi ha sempre permesso di fare ciò. A mia mamma, che mi ha sempre ricordato “mens sana in corpore sano” (scusa mamma se lascio a desiderare per la prima parte), e prima di ogni gara mi ricorda di “andare piano”! Ai miei fratelli, che sono loro i veri talenti e campioni sportivi, ma che hanno abbandonato per seguire un futuro più saggio, stabile e meno pazzo del mondo sportivo professionista. Ai miei nonni, che mi ricordano sempre di avere “sale in zucca”!

Lascio a te la chiusura dell’intervista.

Grazie Daniele per l’intervista, e per aiutarmi un po’ nel farmi conoscere nel mondo del triathlon italiano con il quale non ho esperienza!

Mi vedrete presto sul podio! 

dmoraglia

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